Dire molto in poco spazio e poche parole: sembra essere questo il Santo Graal della comunicazione, della pubblicità e dei social media di oggi. Essere minimalisti è essenziale in un mondo così caotico e frenetico come questo in cui viviamo.
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Dire molto in poco spazio e poche parole: sembra essere questo il Santo Graal della comunicazione, della pubblicità e dei social media di oggi. Essere minimalisti è essenziale in un mondo così caotico e frenetico come questo in cui viviamo.
Il concetto di genere si riferisce alle differenze socialmente e culturalmente costruite tra donne e uomini. In tutte le società, ci sono norme e regole di genere che pretendono di basarsi su aspetti biologici, come ad esempio la custodia dei bambini, ma che variano considerevolmente tra le diverse società e nel corso della storia. La tecnologia sta giocando un ruolo sempre più significativo in questa discussione, sia per sfida sia nell’esprimere convenzioni culturali.
Oggi è normale non avere uno o più profili su un social network. Poi, che siano più o meno attivi, poco importa. Ma, spesso, la curiosità di conoscerne le dinamiche porta a registrarci su molti di essi. Sebbene, presto, la passione per la novità lasci spazio al suo abbandono. Fioccano, allora, profili abbandonati al loro triste destino.
Uno dei risultati più evidenti che emerge da diverse ricerche è che la maggiore enfasi sulla comunicazione visiva all’interno dei social media renda generalmente la comunicazione più accessibile a quanti hanno un basso livello di alfabetizzazione.
I social network come Facebook o Instagram ci permettono di essere costantemente in contatto con amici e familiari, a distanza o meno, condividendo con loro o meno. Tuttavia, anche se hanno uno scopo che può essere inteso come positivo, spesso finiscono per essere una fonte di ansia e di stress da parte degli utenti stessi.
Questi tempi ci portano a concludere che apprezziamo molto chi si sforza di originalità. Chi come Steve Jobs, e il coraggio di andare oltre, pensa in grande, corre dei rischi e sorprende con le sue idee che cambiano il mondo o semplicemente lo rendono più pratico, più divertente. Può essere una semplice casella di ricerca di Google. O uno smartphone touch screen. Un sistema di navigazione GPS. L’originalità, pensiamo, è e sarà sempre ricompensata.
Ieri era la Festa del papà. Domani lo sarà della Mamma e poi di infiniti compleanni, ricorrenze, anniversari. Un dedalo di date che si rincorrono. Sui social network è un via vai di auguri, congratulazioni e complimenti.
Questa settimana Facebook ha condiviso i dati relativi ad uno studio che analizza il consumo di video sulla sua piattaforma. Le informazioni raccolte confermano l’enfasi della società per quanto riguarda la realizzazione di materiali più audiovisivi.
Sono migliaia le persone che affermano di odiare gli errori di ortografia sui loro profili Facebook. Ci sono altri utenti, invece, per cui una “h” di troppo o in meno non fa alcuna differenza. Un’altra fetta di utenza rimane indifferente, affermando che, trattandosi di social networking, si può scrivere in qualsiasi modo, purché si scriva.
La proliferazione nell’uso dei social media non ha portato a significativi cambiamenti sociali. Ma, di fatto, siamo cambiati. Tutti.
Lo hanno confermato diversi studi. Seppur, a ben guardare, a noi pare proprio che tutta la struttura della società sia cambiata. I social media hanno fornito, infatti, un potente combustibile per le mobilitazioni spontanee, hanno aiutato a costruire un cambiamento sociale, sostenibile e di pensiero, vale a dire l’azione collettiva coordinata.