Credo di aver sempre avuto un diario, un taccuino, un blocchetto in borsa dove appuntare pensieri, nomi, qualsiasi cosa non dovesse essere perso nei meandri della memoria. Ho preso appunti quando andavo all’università o frequentavo corsi, appuntavo concetti chiave quando scrivevo una notizia più complessa o ero intenta nella stesura di una tesi o di un libro. Ho scritto su post it da attaccare in bagno o vicino al letto o scrivevo schemi per rendere più rintracciabile il ricordo. Lo faccio e lo farò.
All’inizio era più semplice. Eravamo più portati a scrivere su carta. Ci veniva spontaneo, scorrevole ed eravamo persino molto veloci. Poi vennero le abbreviazioni, ereditate dalla scrittura su PC e su cellulare. Fino a quando questi si sono poi trasformati in simboli e vecchie abbreviazioni. Alla fine, i registratori presero il sopravvento e tutti – chi più chi meno – ha iniziato a registrare le lezioni, gli interventi, le interviste, ma soprattutto erano molto utili come backup. Il più delle volte, però, il caro vecchio taccuino da giornalista, un mazzo di matite e una penna sulla scrivania da scrittore hanno vinto qualunque battaglia.
Il mio approccio è stato quello di adeguarmi all’avvento delle più moderne tecnologie. Ma senza mai perdere la mia bussola, ovvero quella della carta e della penna. Mi è capitato, avendo frequentato corsi universitari a cavallo tra riforme ed evoluzione tecnologica, di vedere la maggior parte degli altri studenti ormai quasi tutti prendere appunti digitando direttamente sul computer. Molti di loro redigendo anche veri a propri articoli sul tablet o sul computer. Come amante della carta e della penna, ho sempre scoperto (e lo faccio tuttora) che scrivere le cose a mano, e poi portarle nel regno digitale, mi ha permesso di creare bozze migliori. Non lo faccio sempre e non per tutto, ma aiuta. Aiuta soprattutto il cervello.
In questa epoca di comunicazioni visive, faccio gran parte del mio lavoro sui social network. Trovo che, se usati con parsimonia e con intelligenza, i social siano molti utili. È un clic che, oggi, salva le conversazioni o i video che potrebbero esserci utili in un secondo momento. Che dire poi della miriade di app che ci aiutano a trascrivere quelle conversazioni o quegli appunti? Tuttavia, le registrazioni sono solo un backup per assicurarci di non commettere errori.
Prendo ancora appunti su un taccuino vecchio stile. Uso ancora le vecchie matite e le cara BIC. Adoro creare i miei pezzi più lunghi usando uno dei miei tanti quaderni che mi restituiscono non solo le parole, ma anche il suono delle pagine “calpestate” dai nostri tratti. Di solito uso una vecchia Parker di fiducia. Quando sono in viaggio, oltre al passaporto, non deve mancare un diario di viaggio.
Perché lo faccio? Perché trovo che scrivere prima di digitare mi aiuti a contestualizzare e ricordare meglio le informazioni. Di studi in merito ne sono stati fatti e la maggior parte è concorde sul fatto che la scrittura a mano ha la meglio sulla digitazione. Ed ecco perchè:
1. Sentendo la superficie di scrittura, impugnando lo strumento di scrittura e dirigendo movimenti precisi con il pensiero, si fa in modo che il proprio cervello goda di un allenamento completo! Al contrario, la digitazione è un semplice movimento basato sulla memoria. L’esecuzione di sequenze di tasti è solo un movimento ripetitivo.
2. La ricerca mostra che i bambini che praticano la scrittura a mano hanno livelli più elevati di alfabetizzazione e sviluppo cognitivo. Ciò è probabile perché quando i bambini imparano a tradurre rapidamente le immagini mentali delle lettere in una forma fisica, iniziano a capire come le lettere formano frasi e significato.
3. Migliora la comprensione della lettura: le forti capacità di scrittura migliorano anche la comprensione della lettura.
4. Conserva la conoscenza: le note scritte a mano (come in una classe) aiutano a conservare quel che impariamo più che digitare su una tastiera.
5. Aumenta la creatività: scrivere e disegnare a mano aumenta la creatività perché siamo costretti a rallentare, considerare il quadro generale e inventare idee creative. In pratica, usiamo lato destro del nostro cervello, ovvero quello della fantasia e creatività.