Onlife, ovvero la nostra vita tra la dimensione online e quella offline

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Nella nostra vita, a questo punto della Storia, tutto è interconnesso in un abbraccio tra il reale e il virtuale. Grazie a (o a causa di, per alcuni) Internet, la nostra vita è cambiata per sempre. Tanto da essere stato coniato un termine apposito dal professor Luciano Floridi, direttore della ricerca filosofo italiano e professore di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford. Parliamo del termine onlife.

 

Online e offline

Il termine deriva dalla contrazione di online e offline, quindi dall’unione tra le azioni della nostra vita mentre siamo connessi a Internet e disconnessi da essa. “Ho coniato questo neologismo alcuni anni fa per evidenziare la natura ibrida delle nostre esperienze quotidiane, in parte digitali e in parte analogiche“, ha spiegato Floridi in un’intervista.

Tutto ha origine dall’onnipresenza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione che ha prodotto quattro grandi trasformazioni nella vita umana: la perdita della separazione tra realtà e virtualità; la perdita della separazione tra uomo, macchina e natura; il passaggio da una scarsità di informazioni ad una loro abbondanza; e, infine, il passaggio dal primato delle entità indipendenti e delle relazioni binarie al primato delle interazioni e delle reti.

A livello individuale dell’esperienza onlife, molti dei cambiamenti si sono riversati sulla privacy che, secondo diversi autori, devono essere allo stesso tempo reinventati e preservati. Da un lato, le trasformazioni sociali e culturali dell’era digitale hanno promosso l’esposizione dell’individuo negli ambienti pubblici, ma una tale situazione non dovrebbe implicare che la privacy non sia più considerata un diritto fondamentale di ogni essere umano.

Ma non è tutto. Attenzione va diretta anche sulla salvaguardia della capacità umana di attenzione. In una realtà satura di informazioni, algoritmi e sistemi intelligenti, la capacità di focalizzare l’attenzione su qualcosa o qualcuno è essenziale per stabilire legami di collaborazione ed empatia tra persone e comunità.

 

La società delle mangrovie e l’infosfera

Usando una metafora, Floridi ha spiegato l’onlife come la società delle mangrovie, poiché vivono nell’acqua salmastra in cui si incontrano il mare e i fiumi. Non c’è più differenza tra online e offline, ma c’è un “Onlife”: “la nostra esistenza, che è un ibrido come l’habitat delle mangrovie”.

Un altro neologismo coniato da Floridi è quello dell’infosfera, ovvero il nuovo luogo dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo attraverso smartphone, tablet e Internet of Things. È lo spazio dell’informazione digitale in cui ci muoviamo e, come fa notare lo stesso professore, non ha più senso chiedere a una persona se è online perché “porta uno smartphone in tasca, e magari uno smartwatch al polso, mentre parla attraverso il Bluetooth della tua auto, seguendo le indicazioni del GPS per navigare per le strade di Roma”.

Ogni età ha la sua filosofia, che pone le domande giuste e offre le risposte necessarie. Oggi è chiaro che la filosofia e l’etica di cui abbiamo bisogno devono affrontare il fenomeno dell’informazione. Per questo la filosofia dell’informazione è la filosofia del nostro tempo per il nostro tempo. E non si tratta più solo di dipendenza da Internet, ma di cambiamento di un’intera sociale che può solo evolvere considerando l’era digitale come essenziale. Senza per questo farsene travolgere.