Gaslighting: cos’è e come riconoscere questa manipolazione psicologica

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Una parola, mille ferite invisibili

Il termine gaslighting è entrato nel linguaggio comune solo di recente, ma descrive un meccanismo di manipolazione psicologica antico quanto le relazioni umane. Deriva dal film del 1944 Gaslight, in cui un uomo altera piccoli dettagli della realtà per far dubitare la moglie della propria sanità mentale. Oggi, si usa per indicare un comportamento sistematico volto a destabilizzare l’altro, facendolo sentire inadeguato, confuso e colpevole. Il tutto, spesso, in modo subdolo e apparentemente “amorevole”.

Come si manifesta il gaslighting

Il gaslighting non è sempre facile da riconoscere. Non si tratta di una singola frase o azione, ma di un insieme di dinamiche ripetute nel tempo. Alcuni segnali tipici includono:

  • Negare fatti evidenti: “Non è mai successo”, anche quando ci sono prove.

  • Screditare i sentimenti dell’altro: “Ti inventi tutto”, “Sei troppo sensibile”.

  • Rovesciare la realtà: far passare l’altro per aggressivo o irrazionale.

  • Isolamento: far dubitare l’altro delle persone care o delle proprie percezioni.

  • Falsa preoccupazione: usare un tono calmo e rassicurante per manipolare (“Lo faccio per il tuo bene”).

Il risultato è una lenta erosione dell’autostima, fino alla perdita della fiducia in se stessi e nella propria capacità di giudizio.

Gaslighting nelle relazioni: affettive, lavorative, familiari

Sebbene spesso si parli di gaslighting nelle relazioni di coppia, può manifestarsi anche in altri contesti:

  • In famiglia, quando un genitore sminuisce sistematicamente le emozioni del figlio.

  • Sul lavoro, quando un superiore nega le richieste fatte o fa passare per incompetente un collaboratore.

  • Tra amici, quando uno dei due cerca di far sentire l’altro sempre in errore.

Come difendersi dal gaslighting

Difendersi da questa forma di abuso psicologico richiede consapevolezza, supporto e talvolta aiuto professionale. Alcuni passi utili:

  • Fidarsi del proprio sentire: se qualcosa non torna, probabilmente c’è un motivo.

  • Tenere traccia degli episodi: scrivere ciò che succede aiuta a mantenere il contatto con la realtà.

  • Parlarne con qualcuno di fiducia: un confronto esterno può fare chiarezza.

  • Stabilire confini chiari: imparare a dire no e a prendere le distanze.

  • Chiedere supporto psicologico, soprattutto se la manipolazione è cronica e ha minato l’equilibrio emotivo.

Riconoscere il gaslighting è il primo passo per uscirne

Il gaslighting è una forma di violenza emotiva che può lasciare ferite profonde, ma riconoscerlo è già un atto di coraggio. Chi lo subisce non è “debole” né “sbagliato”: è una vittima di una manipolazione costruita per destabilizzare. Informarsi, parlarne e chiedere aiuto è il primo passo verso la libertà.

Foto di Enrique Meseguer da Pixabay