Lo stress non è mai lo stesso
Quando nel 1936 Hans Selye coniò la definizione di “sindrome generale di adattamento”, il mondo era molto diverso da quello che conosciamo oggi. Le preoccupazioni riguardavano soprattutto guerre, malattie e cambiamenti sociali. Oggi, pur restando validi i grandi classici come lutti, separazioni o difficoltà economiche, il panorama degli stressor moderni si è arricchito di nuove sfide, legate a tecnologia, lavoro e mutamenti ambientali.
Lavoro, precarietà e burnout
Uno dei maggiori fattori di stress del nostro tempo è il lavoro instabile. Contratti precari, incertezza sul futuro e scarsa tutela dei diritti mettono a dura prova milioni di persone. A questo si aggiunge la cultura della performance: produttività elevata, reperibilità continua, timore di essere sostituiti. Il risultato è spesso il burnout, una sindrome riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, caratterizzata da esaurimento emotivo, cinismo e calo delle prestazioni.
Il telelavoro, nato come strumento di libertà, si è trasformato per molti in una prigione digitale: il confine tra vita privata e lavoro si è assottigliato fino quasi a scomparire, generando un senso di reperibilità perenne.
Tecnologia: l’amico che diventa nemico
Gli smartphone hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere, ma con un prezzo salato. La dipendenza da notifiche e il bisogno di approvazione tramite “like” e commenti sono diventati potenti fattori di stress. Molti giovani, ma anche adulti, vivono con ansia l’assenza di connessione o l’impressione di non essere “abbastanza” sui social network.
Accanto a questo, fenomeni come cyberbullismo, hate speech e body shaming online creano traumi psicologici difficili da superare, soprattutto tra gli adolescenti. Il flusso continuo di notizie, spesso negative, alimenta inoltre il cosiddetto info-overload, un sovraccarico cognitivo che lascia senso di impotenza e stanchezza cronica.
Le nuove paure globali
La pandemia da COVID-19 ha reso evidente quanto le emergenze globali possano generare stress diffuso. Isolamento sociale, paura del contagio e incertezza economica hanno inciso profondamente sulla salute mentale. Ma la pandemia è solo un esempio: anche il cambiamento climatico e le catastrofi ambientali alimentano una nuova forma di ansia, definita eco-ansia.
Eventi climatici estremi, incendi, alluvioni e notizie allarmanti sul futuro del pianeta portano molti, soprattutto giovani, a vivere con preoccupazione costante per il domani. A questo si sommano guerre, terrorismo e instabilità geopolitica, che creano un senso di precarietà collettiva difficile da gestire.
Stress relazionale e solitudine
In un’epoca iperconnessa, la solitudine è diventata uno degli stressor più silenziosi e diffusi. Rapporti sentimentali fragili, fenomeni come ghosting e relazioni liquide hanno reso più difficile costruire legami solidi. Anche le famiglie vivono nuove pressioni: infertilità, difficoltà a conciliare carriera e vita privata, obblighi di cura verso genitori anziani.
Questi fattori, uniti al peso del multitasking quotidiano, generano una costante sensazione di inadeguatezza. Molti vivono con il timore di non riuscire mai a essere all’altezza: bravi lavoratori, genitori presenti, partner affettuosi e cittadini attivi allo stesso tempo.
L’impatto sul corpo e sulla mente
Come già osservato da Selye, lo stress non resta confinato nella mente. Uno stato prolungato di allarme incide su sistema nervoso, endocrino, cardiovascolare e gastrointestinale. Oggi, medici e psicologi segnalano un aumento dei disturbi legati allo stress: insonnia, attacchi di panico, gastriti, ipertensione. Ma anche disturbi dell’umore come depressione e ansia trovano terreno fertile quando gli stressor diventano cronici.
Un equilibrio da ritrovare
Lo stress non potrà mai essere eliminato del tutto: fa parte della vita e in piccole dosi può perfino stimolare la crescita personale. Ma è fondamentale riconoscere i nuovi stressor del mondo moderno e imparare a gestirli. Creare confini chiari tra lavoro e vita privata, ridurre l’esposizione ai social, coltivare relazioni autentiche e prendersi momenti di pausa non sono più semplici consigli, ma strategie di sopravvivenza psicologica.
Gli stressor si evolvono con la società: dal lutto e dalla malattia, che restano esperienze universali, siamo arrivati a combattere con smartphone, precarietà e cambiamenti climatici. Se il mondo cambia, deve cambiare anche il nostro modo di affrontarlo. Lo stress moderno non va sottovalutato: riconoscerlo è il primo passo per difendere la nostra salute mentale e ritrovare un equilibrio più umano.
Foto di Pete Linforth da Pixabay
 
					 
		 
															