Oggi è normale non avere uno o più profili su un social network. Poi, che siano più o meno attivi, poco importa. Ma, spesso, la curiosità di conoscerne le dinamiche porta a registrarci su molti di essi. Sebbene, presto, la passione per la novità lasci spazio al suo abbandono. Fioccano, allora, profili abbandonati al loro triste destino.
In linea di principio, ogni social network ha la stessa finalità, ovvero quella di connetterci con amici e conoscenti, colleghi o estranei. Tuttavia, a cambiare, è il nostro modo di “condividerci”, di mettere in luce come siamo e il nostro modo di essere. Ad esempio, uno status su Facebook non sarà mai simile ad un tweet, un link condiviso su Twitter non sarà mai condivisibile allo stesso modo su LinkedIn e, ancora, un’immagine della nostra vacanza su Instagram.
Ogni social network adotta modalità diverse e, di conseguenza, mostreremo personalità diverse, a seconda delle regole del “galateo” o del dato culturale di quelle piattaforme. Numerosi sono gli studi che sostengono, dopo aver analizzato i profili di circa 100 mila persone, come si venga a creare una sorta di biografia online di ciascuno di noi, con foto, link e video.
Alcune tendenze generali sono curiose. Ad esempio, pare che le donne siano più riluttanti nell’indossare gli occhiali nella foto del proprio profilo, mentre i giovani sotto i 25 anni devono essere sempre sorridenti. Secondo i ricercatori, ciò non risponde ad atteggiamenti premeditati. Nonostante tutti i nostri sforzi, infatti, ci adattiamo inconsciamente agli stereotipi di genere e di età. Capire come noi interagiamo, anche se in modo virtuale, attraverso il social networking, ci insegna e ci spiega come siamo nel mondo online.
Di questi tempi, tutto lascia una traccia digitale. E, se l’analizziamo, ci sarà da imparare molto del nostro comportamento.