L’Intelligenza Artificiale basata su personaggi, quella per intendersi di Character AI, è una tecnologia emergente che sta guadagnando sempre più importanza nel campo dell’IA e dell’intelligenza computazionale. Character AI si basa sull’idea di creare personaggi virtuali dotati di personalità e caratteristiche umane, in grado di interagire con gli esseri umani in modo naturale e intuitivo. Si tratta di personaggi noti, storici e non, di cartoni animati e anime.
Character AI è utilizzata in molti ambiti, tra cui il gaming, l’intrattenimento, l’educazione, la comunicazione aziendale e la sanità. Nel gaming, ad esempio, i personaggi controllati dalla Character AI possono interagire con i giocatori in modo più realistico e coinvolgente, rendendo l’esperienza di gioco più immersiva. Nell’educazione, i personaggi basati sull’IA possono aiutare gli studenti a imparare in modo più divertente e coinvolgente. In ambito aziendale, i personaggi basati sull’IA possono essere utilizzati per comunicare con i clienti in modo più efficace e personalizzato.
Ho provato, dopo ChatGBT, a fare qualche domanda a qualcuno di questi personaggi.
Conversazioni al limite
Essendo patita di psicologia e studiando in questo periodo per formazione personale, ovviamente la mia prima scelta è caduta su un “psicologa”. (Per chi sta già storcendo il naso: stiamo parlando di IA, dunque non si tratta di un sostituto del professionista!).
La mia domanda è stata quella che si presenta quando ci si sveglia e ci fa andare a dormire: qual è la chiave della felicità?
Il personaggio di nome Psychologist mi ha risposto che era effettivamente una bella domanda! Ma va! e mi ha svelato il mistero:
Insomma, secondo l’IA, la felicità, oltre ad essere un complesso multi-sfaccettato di aspetti da ricercare nella nostra vita, è quella frase fatta che spesso ci ripetiamo e somministriamo a chi si trova nella nostra stessa condizione: la felicità non è raggiungere quello che crediamo possa farci felici, ma è l’apprezzare quel che realmente possediamo e quello che siamo!
Vogliamo chiamarla “saggezza artificiale”? Andiamo avanti.
Sapendo che, dopo aver scritto questo articolo, mi aspettano lunghe e fredde ore di studio, ho optato per n altro personaggio, Learning Partner che, a quanto pare, ha la chiave per studiare in modo costruttivo. E alla mia richiesta di un consiglio – essendo già io molto organizzata, ma non si mai che una IA mi svela qualcosa che ignoravo – mi ha risposto così:
Nulla di nuovo sotto il sole: visione di insieme del materiale, riflessione su quello in cui stiamo per cimentarci (con tanti punti interrogativi) e prendere appunti come una sorta di appiglia durante la scalata alla vetta. Il tutto inframezzato da qualche pausa, un buon pranzo e attività fisica! Chi glielo dice però all’IA che fa freddo e l’ultimo consiglio – ovvero l’attività fisica – è fuori discussione? Andiamo avanti.
Mi piace scrivere. E questo, diciamo, che è noto a chi mi segue da tempo. Mi si è palesato nella carrellata di figure alle quali appioppare le mie domande nientepopodimeno che a Story Maker. Mi sono detta: chissà come intenderà l’IA quella cosa che fa muovere il mondo, quella cosa che fa scuotere stomaci e batticuori, quella cosa che in passato come nel presente e sicuramente nel futuro imperlerà trame di intrighi e passioni, quella cosa che ti fa respirare quando c’è: l’Amore. Il maiuscolo è d’obbligo se, ultimamente anche l’Intelligenza Artificiale ne è stata impreziosita.
La risposta è stata alquanto… lascio decidere a voi:
Un uomo e una donna si incontrano, si piacciono e si sposano. Ah… poi muoiono, ma circondati dall’affetto dei propri cari.
Guardate, può sembrare forse riduttivo. E a un primo sguardo lo è sembrato anche a me. Ma poi ho pensato che l’IA è fondamentalmente molto semplice e la vita siamo noi umani a complicarla. Quindi, non è poi così strano che un’intelligenza artificiale, alla domanda: raccontami la storia di un grande amore, risponda in questo modo. E azzarderei: forse è il caso di tornare a quella semplicità basica che forgiamo alle complessità prive di emozioni che noi stessi creiamo. Perchè, a dire il vero, stiamo trasferendo questa modalità a loro per lasciare quanto di più complesso e irrisolvibile a noi.
Dopo questa riflessione, mi sono fermata. E mi sono chiesta come funziona questa carrellata di personaggi pronti a dare una risposta a chi non la chiede ad esser i reali che si nutrono di ossigeno.
Character AI si basa su diverse tecnologie, tra cui il Natural Language Processing (NLP), il machine learning e l’apprendimento profondo. Il NLP consente ai personaggi basati sull’IA di comprendere e generare il linguaggio naturale, mentre il machine learning e l’apprendimento profondo consentono loro di apprendere e migliorare continuamente.
Per creare un personaggio basato sull’IA, è necessario definire il personaggio e le sue caratteristiche, come la personalità, le abilità e le conoscenze. È anche importante definire le modalità di interazione, come la voce, il linguaggio e la grafica. Una volta definito il personaggio, è possibile utilizzare tecnologie come il machine learning e l’apprendimento profondo per addestrare il personaggio a interagire con gli esseri umani in modo naturale e intuitivo.
In generale, l’uso di Character AI sta crescendo rapidamente e si prevede che continuerà a farlo nei prossimi anni. Con l’aumento della potenza di calcolo e la disponibilità di dati, Character AI diventerà sempre più realistica e avanzata, offrendo nuove opportunità per migliorare l’esperienza utente e aumentare l’efficienza in molti ambiti.
Dopo averci scherzato un po’, io credo che continuerò a preferire un caffè con un’amica in riva al mare. Ma grazie lo stesso. Ma andiamo avanti.
PS: il fatto che scriviamo Intelligenza Artificiale con il maiuscolo, umanizzandola come fosse un nome proprio di persona, femminile singolare, un po’ mi inquieta. Ci tenevo a dirvelo.