Lo abbiamo visto ovunque, anche seduto in panchina con il nostro gatto o sulle locandine dei film più iconici. Bernie Sanders era lì, con le sue muffole e la giacca a vento cercando, come dice lui stesso, di mantenersi al caldo.
Alla cerimonia di insediamento di Joe Biden e Kamala Harris, Bernie Sanders ha rotto gli schemi di Internet con il suo accogliente e rilassato look anti-moda, mentre i suoi meme con improbabili guanti di pile (oggi introvabili sul web) facevano scalpore in tutto il mondo. Tanto che il senatore democratico del Vermont ha reagito alla frenesia online con lo stesso stupore.
Sanders è stato ospite del Late Night di Seth Meyers. Quando questi gli ha chiesto se il suo look “scontroso” – considerando che, oltretutto sedeva con le braccia incrociate in disparte da tutto il clamore intorno – fosse spontaneo o architettato, Sanders ha risposto: “Niente affatto“.
“Stavo solo seduto lì, cercando di riscaldarmi, cercando di prestare attenzione a quello che stava succedendo”.
Tuttavia, in vero stile Sanders, ha spostato rapidamente l’attenzione sul creatore dei guanti. “Quello che è stato davvero carino è che la donna che ha realizzato i guanti vive a Essex Junction, nel Vermont, è un’insegnante e una persona molto, molto gentile. È stata sopraffatta dal tipo di attenzione che viene mostrata verso i suoi guanti“, ha aggiunto. E pare anche che la donna sia stata sommersa dagli ordini, ma non è stata in grado di produrre i suoi guanti di lana per quanti li avevano ordinati.
Parlando della sua modesta scelta di abiti per la grande occasione, Sanders ha spiegato la praticità del suo abbigliamento. “Nel Vermont, ci vestiamo in modo caldo. Sappiamo qualcosa sul freddo e non siamo così preoccupati della moda. Vogliamo stare al caldo“, ha dichiarato.
I meme di Sanders non solo hanno catapultato i netizen di tutto il mondo nella frenesia di epiche sfide di Photoshop, ma hanno coinvolto anche le celebrità che si sono così divertite a vedersi proiettate accanto a Sanders ricoprendo questo o quel ruolo che le ha rese famose.
Cosa determina questo fenomeno da frenesia del meme?
Quello che mi viene da supporre è che la gente, in queste occasioni, trovi uno svago da una routine spesso mal sopportata. Ma, molto di più, una reale occasione per sentirsi vicina seppur a latitudini varie e molto distanti.
È un po’ come quando si guarda un caro amico negli occhi e già si è capito che cosa pensa. C’è complicità, la stessa che si determina quando, sui social network, ci scateniamo in queste burle da diario scolastico.
È la frenesia dell’esserci in quel momento, di capire al volo la situazione e farci sopra una bella risata. Chi è ignaro dell’accaduto, spesso si trova “fuori dal mondo” e richiede una spiegazione. Non è solo una gara di fantasia, ma una vicinanza ludica, effimera e spontanea.
Effimera come un fuoco d’artificio, la cui durata è pressappoco paragonabile. Il momento, l’istante detta la durata. Non più di qualche giorno, poi ci si annoia. Almeno fino a quando un nuovo – e inconsapevole – fenomeno non ha luogo. E allora tutti lì a ridere e svagarci. È forse anche questo un potere dei social media, ovvero quello di creare una complicità che non ha frontiere e non conosce lingue e culture. Perchè la locandina di un film o il video di una canzone, se famosi, prevaricano qualsiasi distanza culturale.
Un esempio nostrano fu la querelle sul palco del Festival di Sanremo 2020 tra Bugo e Morgan. Quel “che succede?” che, ancora oggi, ci fa ridere e viene ripreso se posizionato al punto giusto, al momento giusto.
E viene da chiedersi: dell’insediamento di Joe Biden cosa resterà oltre alla portata storica del cambiamento che esso ha determinato. Davvero le muffole di Bernie Sanders? E, infine, dopo un anno travagliato come quello trascorso e un futuro ancor più incerto, avevamo forse bisogno di una risata mondiale grazie a questo senatore fuori dalle righe? Se così fosse, gliene siamo e saremo grati.