Distanziamento sociale ai tempi del coronavirus: uno sguardo più profondo in noi stessi

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Ho la sensazione che questo 2020 non lo dimenticheremo mai. Dai primi mesi di quest’anno, lasciando l’inverno, penetrando violentemente la primavera e le nostre vite, il Covid-19 si è in gran parte impossessato delle nostre case e delle nostre paure – lavorando a distanza, prendendo le distanze dal sociale e sperando di rendere nostre alcune nuove abitudini eco-compatibili.

Questa pandemia ha innegabilmente rimodellato la vita in tutto il pianeta. Intere città sono state chiuse, aziende e ristoranti hanno offerto e offrono solo take-away o hanno preferito per le chiusure totali, mentre le stagioni sportive nonché quelle entranti, turistiche, sono arrivate al termine in modo inaspettato e prematuro le prime, avvilente le seconde.

Dalla TV ai Live sui social network, ci viene raccomandato di lavarsi le mani il più spesso possibile, praticando l’allontanamento sociale ed evitando di toccare il viso per prevenire la trasmissione del virus. Ma ciò non significa che dobbiamo rimanere in casa 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e interrompere tutti i contatti con il mondo esterno.

Finché si sta evitando la stretta vicinanza con altre persone, non c’è niente di sbagliato nello stare fuori, all’aria aperta (tutti ne abbiamo la possibilità: fosse da un giardino o da un finestra, ma guardare fuori). Se si riesce a stare lontano dai mezzi pubblici, portare via la spazzatura e rimanere ad almeno un metro dagli altri – siamo ancora al sicuro. La Fase 2, quella che molti percepiscono come un periodo di confusione e incertezza, è chiara se a quella confusione e incertezza non cedono perchè disorientati da disinformazione e fake news.

Quindi, usiamo questo periodo di quarantena – che può perdurare per chi non si sente di rischiare – e di allontanamento sociale per riconnetterci con l’esterno, ma in modo diverso. Voglio dire, quale modo migliore per evitare un contatto ravvicinato con gli esseri umani se non prendere letteralmente le distanze dalla società? Leggere un libro, vedere un film, fare una corsa (non appena si potrà), esplorare le vicinanze di casa, qualunque cosa ci possa portare a stare al sole. Inoltre, è proprio ciò che i medici ci hanno sempre consigliato.

Gli studi dimostrano che i nostri corpi rispondono positivamente allo stare fuori. Stare seduti all’aria aperta – anche solo per un momento, tra le chiamate di Zoom con i colleghi o con gli amici – può ridurre la pressione sanguigna, alleviare lo stress e rafforzare il sistema immunitario.

 

Il futuro

Il Covid-19 ci sta mostrando un assaggio del nostro futuro se non prendiamo provvedimenti contro il commercio di specie selvatiche o addirittura i cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature rende sempre più difficile l’eradicazione di epidemie mortali e, man mano che le stagioni invernali si accorciano, le stagioni dell’influenza aumenteranno.

Questo è il momento perfetto per incoraggiare i nostri cari e noi stessi ad uscire, apprezzare la Terra e lottare per l’azione per il clima. Trascorrere del tempo in contatto con la Natura può ispirare ad adottare nuove abitudini ecologiche e prendersi cura della conservazione. Adattando le nostre abitudini individuali come abbiamo fatto per la pandemia, possiamo salvare il pianeta e noi stessi.

Ma non solo aria aperta – che comunque, specifico, potrà essere fatto solamente quando sarà consentito. Io credo che questo periodo di quarantena sia stato utile per un riavvicinamento sociale mascherato da allontanamento. Pensiamo, infatti, a quando prima la frenesia ci allontanava dagli affetti e da noi stessi. Credo – e lo sostengo con forza – che questo periodo forzato di chiusura sia stato, al contrario, un’apertura in noi stessi. Un modo per conoscerci e misurarci con la privazione non della libertà – concetto assai più ampio – ma delle nostre abitudini vestite in diverso modo.

Quindi, cerchiamo di sostituire Netflix con l’aria fresca e il sole – la Terra e il nostro corpo ci ringrazieranno.