Notriphobia: la nuova ansia da “non c’è niente di buono da mangiare”

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La paura moderna di non trovare nulla di soddisfacente da mangiare

In un’epoca in cui l’offerta alimentare è pressoché illimitata, sta emergendo una nuova forma di ansia: la notriphobia, ovvero la sensazione di disagio, frustrazione o vuoto quando, pur avendo del cibo a disposizione, nulla sembra davvero appetitoso o interessante. Una condizione che non è ancora ufficialmente riconosciuta nei manuali di psicopatologia, ma che riflette un malessere diffuso e figlio del nostro tempo.

Non fame, ma mancanza di stimoli

La notriphobia non ha nulla a che vedere con la fame vera e propria. È piuttosto una forma di malessere psicologico legato alla noia, alla ripetitività e alla mancanza di piacere nel cibo disponibile. Chi ne soffre apre il frigorifero, lo osserva per lunghi minuti, e poi lo richiude con un sospiro: “Non c’è niente di buono”, anche se è pieno.

È una paura paradossale: temere di dover mangiare qualcosa che non emoziona, che non soddisfa l’aspettativa sensoriale o estetica che oggi accompagna il pasto.

Cibo come esperienza e identità

Nella cultura dell’abbondanza, il cibo è diventato molto più di nutrimento: è un mezzo di espressione personale, di socialità e di intrattenimento. Siamo continuamente esposti a immagini di piatti spettacolari, ricette creative, tendenze culinarie internazionali. In questo contesto, un pasto “normale” rischia di sembrare una rinuncia, una delusione.

La notriphobia colpisce in particolare le generazioni più giovani, abituate a vivere l’alimentazione come una scelta estetica, etica e identitaria, spesso amplificata dal confronto costante con i contenuti sui social.

Specchio di un malessere più profondo

Questa nuova fobia sociale è il riflesso di un mondo sovraccarico di stimoli, dove la varietà è diventata una pretesa quotidiana. Dietro il disagio di non sapere cosa mangiare si nasconde spesso l’incapacità di tollerare la semplicità, l’assenza di novità, e in fondo, la paura del vuoto.

La notriphobia ci ricorda che anche nel cibo, come nella vita, a volte la difficoltà non è trovare qualcosa da mangiare, ma accettare che non tutto possa essere straordinario ogni giorno.

Foto di Yolanda Coervers da Pixabay